EMILIA ROMAGNA

COMUNICATI STAMPA

Vigneti, scattano nuove regole per i reimpianti ed i trasferimenti

DALLA REDAZIONE – Scattano nuove regole per le autorizzazioni al reimpianto dei vigneti. Il Mipaf infatti, con l’approvazione del decreto n. 935 del 13 febbraio scorso, ha approvato una serie di correttive alle regole in vigore dal 2018.

RICHIESTE DI NUOVE AUTORIZZAZIONI

Riguardo alla richieste di nuove autorizzazioni, i criteri di priorità previsti a livello nazionale sono:

  • organizzazioni senza scopo di lucro che conducono terreni confiscati per reati di terrorismo e criminalità;
  • superfici condotte in zone caratterizzate da vincoli naturali;
  • aziende che conducono superfici vitate seguendo la coltivazione biologica da almeno cinque anni.

È stata stabilita una soglia massima di 50 ettari per ogni domanda presentata. Tale soglia potrà essere ridotta dalle singole Regioni. Inoltre, queste avranno la possibilità di garantire il rilascio di una quota minima per ogni richiedente compresa tra 0,1 e 0,5 ettari, qualora le richieste ammissibili dovessero essere superiori alla superficie messa a disposizione per l’anno 2018.
Le Regioni, rispetto ai criteri di priorità sopra menzionati, possono decidere se applicarli o meno. La Regione Emilia Romagna ha richiesto ad Agea l’applicazione della priorità per le superfici biologiche e di prevedere la soglia massima per domanda presentata a 5 ettari.

LIMITAZIONI AL TRASFERIMENTO DELLE AUTORIZZAZIONI

Viene introdotta una limitazione nel trasferimento di autorizzazioni in Regioni diverse mediante contratto d’affitto. Infatti, la nuova normativa prevede che l’estirpazione di vigneto volta a trasferire l’autorizzazione generata in una Regione diversa, è possibile solo nel caso che questa avvenga dopo che sono trascorsi 6 anni dalla data di registrazione del contratto d’affitto. Questa nuova disposizione, non si applica nel caso di contratti d’affitto registrati prima dell’entrata in vigore del decreto e per il quale la domanda di estirpazione risulta essere stata presentata.

Pac post 2020: per il budget agricolo tre scenari possibili

BRUXELLES – Nel quadro del periodo 2014-2020, la Politica agricola comune ha mobilitato circa 400 miliardi di euro a favore di misure di mercato finanziario, pagamenti diretti per gli agricoltori e programmi di sviluppo rurale, con lo scopo di promuovere un’agricoltura e un’economia rurale sostenibileI pagamenti diretti rappresentano circa il 70% degli importi della Pac. Ma sono in corso discussioni per ridurre e meglio indirizzare gli aiuti del primo pilastro: oggi – si legge in un comunicato della Commissione Ue – l’80% dei pagamenti diretti va al 20% degli agricoltori. Le modifiche al sistema potrebbero, quindi, fornire un’opportunità per concentrare gli aiuti su aspetti più specifici, come il sostegno a una produzione agricola meno redditizia o alle aree di montagna, un’attenzione particolare alle piccole e medie aziende agricole, agli investimenti in risorse sostenibili o per sistemi di produzione efficienti.

Il primo grande obiettivo, dopo il 2020, resta quello di mantenere il budget complessivo dedicato all’agricoltura, nonostante i timori per la Brexit.

A oggi, sono 3 gli scenari che si possono prevedere per il bilancio agricolo post 2020:

  • Mantenimento dei livelli di spesa attuale a circa 400 miliardi di euro, corrispondente a circa il 37% dell’attuale quadro finanziario pluriennale. Il supporto, però, dovrebbe essere meglio orientato, anche per limitare le differenze di sostegno agricolo tra gli Stati membri.
  • Una riduzione del 30% del sostegno alla Pac significherebbe un taglio di circa 120 miliardi di euro nel prossimo quadro finanziario pluriennale. Questo scenario potrebbe comportare un calo del reddito agricolo medio di oltre il 10% in un certo numero di Stati membri e diminuzioni di reddito potenzialmente più pronunciate in settori specifici.
  • Una riduzione del sostegno del 15%, rappresenterebbe una perdita di circa 60 miliardi. In questo scenario la riduzione dei redditi agricoli medi sarebbe più limitata, ma potrebbe comunque avere un impatto notevole in alcuni settori a seconda delle scelte fatte.

Il florovivaismo italiano vale 2,6 miliardi di euro

DALLA REDAZIONE – La produzione delle aziende florovivaistiche italiane è di 2,6 miliardi di euro: 1,3 miliardi per fiori e piante in vaso e 1,3 per i prodotti vivaistici (alberi e arbusti) ed è pari a quasi il 5% della produzione agricola. 14.000 imprese produttive si dedicano a fiori e piante in vaso e circa 7.500 producono piante per il vivaismo, con una dimensione aziendale media più elevata in quest’ultimo settore (dati ISTAT). La produzione delle aziende florovivaistiche italiane è di 2,6 miliardi di euro: 1,3 miliardi per fiori e piante in vaso e 1,3 per i prodotti vivaistici (alberi e arbusti) ed è pari a quasi il 5% della produzione agricola.
14.000 imprese produttive si dedicano a fiori e piante in vaso e circa 7.500 producono piante per il vivaismo, con una dimensione aziendale media più elevata in quest’ultimo settore (dati Istat).
La superficie agricola occupata complessivamente dal settore ammonta a quasi 29.000 ettari, destinati per il 70% a piante in vaso e vivaismo. Le aziende che producono giovani piante floricole ornamentali sono 2.000, per una superficie complessiva di oltre 1.500 ettari.

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Al via a Roma la settima Assemblea elettiva di Cia-Agricoltori Italiani

Il 21 e 22 febbraio, a Roma presso l’Auditorium della Tecnica in Viale Umberto Tupini, si terranno i lavori congressuali della Cia – Agricoltori Italiani che porteranno a ridisegnare governo e mission dell’organizzazione. Lo slogan scelto per l’Assemblea è “Agricoltura. Innovare per un futuro sostenibile”. Mercoledì 21 febbraio ci sarà la sessione pubblica dell’Assemblea con l’apertura dei lavori alle ore 9:30. Si parte con il saluto della sindaca di Roma Capitale Virginia Raggi e la relazione del presidente nazionale di Cia Dino Scanavino.

A seguire gli interventi delle autorità istituzionali e politiche: il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina; il ministro del Lavoro Giuliano Poletti; il presidente dell’Anci Antonio Decaro; il coordinatore della Commissione Agricoltura della Conferenza Stato-Regioni Leonardo Di Gioia.
Chiude la prima parte il presidente del Gruppo Unipol Pierluigi Stefanini.

Alla ripresa dei lavori nel pomeriggio il contributo alla discussione del portavoce di Asvis-Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile Enrico Giovannini.

Giovedì 22 febbraio, invece, spazio agli adempimenti previsti dallo Statuto con l’elezione degli organi confederali.

I lavori della giornata di apertura verranno tramessi in diretta streaming. L’accesso sarà possibile, dalle ore 10.00 del 21 febbraio 2018, tramite specifico banner nella home page del sito ufficiale www.cia.it

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