Cereali autunnali, Francia (Cia): “quotazioni del grano mai così basse disincentivano i produttori alle semine. A rischio una coltura importante per le nostre pianure”

BOLOGNA, 26 settembre 2025 – “Le quotazioni attuali (e degli ultimi mesi) dei cereali a paglia sono un reale disincentivo per gli agricoltori ad intraprendere le semine autunnali di frumento. Già questa sintesi potrebbe bastare per capire la situazione dei produttori, consapevoli che seminare il ‘tenero’ o il ‘duro’ comporta un grosso rischio, ovvero quello di non coprire i costi di produzione a fronte di una incertezza del prezzo e andando incontro ad anticipazioni colturali importanti senza garanzie di ciò che si riesce a realizzare”.
Lo sottolinea Stefano Francia, presidente di Cia Agricoltori Italiani Emilia Romagna, che a ridosso delle semine dei cereali autunnali c’è molta incertezza tra i produttori sul da farsi. “Purtroppo si decidono le semine in base al prezzo del cereale al momento della semina – commenta Francia – e questo è uno sbaglio perché a giugno del prossimo anno, durante la mietitura, non conosceremo le quotazioni. Difficile dare consigli o indirizzi adesso, ma si può ridurre il rischio diversificando le colture, proseguendo quindi con la programmazione aziendale e avviare le semine di grano duro, tenero e orzo”.
La regione Emilia Romagna da anni stipula il contratto quadro ‘grano duro’ con Barilla che introduce premialità in base alla qualità prodotta. “È un esempio che negli anni ha dato soddisfazioni a tutti gli anelli della filiera – osserva infine Francia -. Cia agricoltori italiani è inoltre l’unica organizzazione che ha sollecitato ‘Granaio Italia’, un sistema di certificazione che assicura la provenienza nazionale dei grani e poter scrivere finalmente sulle etichette della farina e della pasta ‘prodotta con grano duro italiano’ così da poter sostenere un prezzo più adeguato per il nostro cereale”.