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COMUNICATI STAMPA ROMAGNA

Alluvione: agricoltori danneggiati e solidali Il racconto di due soci Cia della zona di Alfonsine

Nessuno è attrezzato per fronteggiare da solo un evento estremo di tale portata eccezionale ripetutosi due volte a Faenza e in Bassa Romagna nel giro di dieci giorni. In questa tragedia si è creata una forte sinergia fra gli agricoltori e i  consorzi di bonifica dei territori di riferimento, “figlia delle collaborazioni che abbiamo tutti gli anni dai consorzi quando occorre irrigare – affermano gli imprenditori agricoli Mirco Quattrini e Massimo Missiroli – Ci aiutano e insieme si decide dove mandare più o meno acqua. Stavolta l’abbiamo capito tutti che i consorzi sul territorio sono una presenza fondamentale”.

In tutto il territorio romagnolo ha preso vita una forte alleanza fra gli agricoltori e i rispettivi consorzi di bonifica per gestire l’evento eccezionale e contenere i danni: gli agricoltori, danneggiati e non, hanno messo a disposizione sé stessi, i loro mezzi e dove è servito anche i loro campi.

In questo articolo riportiamo attraverso il racconto di Mirco Quattrini e Massimo Missiroli, associati Cia Romagna, la storia della zona di Alfonsine, una storia diffusa in tutto il territorio romagnolo colpito dalle alluvioni, qui come in altri comuni della Bassa Romagna e oltre fino a Reda, a Savarna e ancora in tanti altri delle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.

Nell’alfonsinese 50 trattori e una ventina di pompe degli agricoltori del luogo, e non solo, lavorano in sinergia con il Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale.

“I danni ce li siamo tenuti nelle campagne, ci siamo messi a disposizione noi e i nostri mezzi, sacrificato i nostri campi per salvare i cittadini di Alfonsine”, queste le parole di Mirco Quattrini, probabilmente uno degli agricoltori più giovani della zona di Alfonsine, 36 anni, titolare di un’azienda agricola di circa 250 ettari (pomodoro da industria, bietole, cereali, vigneti) che per oltre il 50% è andata sotto metri di acqua. Con lui il collega Massino Missiroli, che non ha avuto danni dall’alluvione, e che spiega che fin dall’inizio delle allerte hanno tenuto monitorata la situazione dei canali, sempre in sinergia con il Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale e sotto le sue direttive. Gli agricoltori conoscono molto bene il territorio e la rete degli scoli “e visto l’aggravarsi della situazione, in una mezza giornata insieme al Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale abbiamo messo in piedi una grande squadra operativa di agricoltori, trattori, bracci telescopici, idrovore, lungo il circondario alfonsinese per gestire l’acqua e contenere i danni”, specificano Quattrini e Missiroli. Gli agricoltori hanno operato in stretta sinergia con i tecnici del Consorzio: man mano che arrivava acqua la ributtavano dentro il canale. “Tutti i colleghi agricoltori ci hanno seguito, tutti hanno messo a disposizione i loro mezzi e sicuramente abbiamo salvato il centro di Alfonsine. Le idrovore sono arrivate anche dai nostri amici e colleghi ferraresi, da Longastrino, Anita, Comacchio: le chiamano “frati” e le usano per irrigare”, sottolinea Quattrini. Missiroli specifica: “Abbiamo tentato tutte le strade possibili per portare l’acqua verso il mare. Pompiamo acqua dai terreni e la trasferiamo nel Canale dei Molini, che si utilizza in genere per l’irrigazione, che è libero e non toccato da acque particolarmente violente”.

Come anticipato, sono circa una cinquantina i mezzi agricoli dislocati fra lato Est e lato Ovest di Alfonsine e circa una ventina di pompe al lavoro. Il lato est riguarda Fosso Munio, Fosso Vecchio e Fosso Vetro. Il lato Ovest zona Fiumazzo. Strategico in questo momento è il Canale dei Molini: viene presa dal piano di campagna l’acqua straripata dal Santerno lato destro che scende per le campagne e ha esondato i canali di bonifica e viene traferita nel Canale dei Molini. Da qui va direttamente nel Destra Reno, più a valle del punto critico dell’idrovoro Tratturo, senza quindi creare criticità a livello di immissione di queste acque nello scolo principale che va al mare che è il Destra Reno.

I mezzi per pompare l’acqua sono stati collocati in un punto strategico a circa un km in linea d’aria dalla cassa di espansione di Alfonsine: “Se l’acqua fosse arrivata lì sarebbe risalita su per le fognature e il centro di Alfonsine avrebbe potuto essere pesantemente compromesso: capito il problema è partito il contenimento e il reindirizzamento verso i canali”, spiegano Quattrini e Missiroli. Professionalità, tempestività ed efficienza sono state le caratteristiche di questa grande operazione: “Abbiamo messo in campo tutte le nostre forze e i mezzi con sistemi di precisione, satellitari e trattori 4.0 – sottolinea Quattrini – Non siamo in dirittura d’arrivo ma il picco lo abbiamo scavallato. Sono fiducioso”.

Ancora emergenza

L’alluvione si è aggiunta agli eventi calamitosi di questi anni: il rischio è di perdere la filiera ortofrutticola con ripercussioni anche sull’indotto

L’evento calamitoso che ha colpito il territorio romagnolo ha provocato danni ingenti: centinaia e centinaia di frane in collina nel ravennate e nel forlivese-cesenate, ed esondazioni con allagamenti in pianura nel ravennate hanno isolato aziende, interrotto o distrutto strade, spazzato via coltivazioni determinando perdita di case, capannoni, mezzi, prodotti, frutteti e vigneti.

La situazione è drammatica. Il presidente di Cia Romagna, Danilo Misirocchi, sottolinea: “Il susseguirsi degli eventi eccezionali di questi anni – siccità, grandinate, gelate tardive con l’aggiunta dell’alluvione – mette a rischio l’agricoltura specializzata, la filiera ortofrutticoltura, con ripercussioni anche sull’indotto”.

Cia Romagna specifica che questa situazione straordinaria ha bisogno di un provvedimento speciale del Governo in tempi urgenti per destinare fondi finalizzati al risarcimento dei danni e avviare gli interventi necessari per intraprendere il prima possibile il ritorno alla normalità delle persone, delle comunità e delle imprese. Misirocchi ribadisce inoltre la necessità della semplificazione burocratica perché anche nella gestione del territorio l’eccessiva burocrazia porta spesso a rallentamenti o blocca gli interventi necessari.

Cia Romagna evidenzia poi che la pulizia delle aree fluviali deve essere fatta e deve procedere con fermezza seguendo le indicazioni delle competenze tecniche, non condizionamenti ideologici/ambientalisti. “Gli alvei dei fiumiservono per far passare l’acqua.I danni ambientali di un’alluvione sono esponenziali rispetto a quelli presunti delle pulizie degli alvei dei fiumi”, precisa Misirocchi.

Cia Romagna è stata impegnata nellevisite ad alcune aziende con il presidente nazionale Cristiano Fini, il presidente regionale Stefano Francia e il direttore regionale Gianni Razzano, ed anche negli incontri con le altre organizzazioni di rappresentanza e le istituzioni. “Apprezziamo il lavoro che si sta facendo insieme, come rappresentanze, e insieme alle istituzioni – sottolinea Misirocchi – Riteniamo molto positiva la volontà di fare squadra espressa da tutti i componenti del Governo e dell’Opposizione ai vari livelli e ribadita anche negli incontri del 10 e 11 maggio avuti con la Regione e con i parlamentari eletti in Emilia-Romagna”.

Cia Romagna continuerà a seguire l’evoluzione degli eventi e ad essere vicina agli associati e a supportarli nelle esigenze che si manifesteranno e proseguirà il coordinamento ai vari livelli dell’Organizzazione, dal locale al nazionale, per raggiungere gli obiettivi condivisi.

Primo Maggio, grande festa con l’agricoltura in piazza a Santarcangelo

Santarcangelo di Romagna torna l’Agricoltura in piazza per festeggiare il lavoro. Si rinnova lunedì 1° maggio la tradizionale iniziativa promossa da Cia Romagna, appuntamento dedicato non solo ai rappresentanti del settore agricolo, ma anche a famiglie, giovani, bimbi e nonni per passare una giornata insieme.

Si parte verso le 10.30 con l’imponente corteo dei mezzi agricoli nelle vie del centro di Santarcangelo fino a piazza Gramsci, dove i trattori resteranno in mostra. Fra giganti tecnologici moderni e mezzi d’epoca, bambini e appassionati potranno ammirare e vedere da vicino i modelli.

Alle 11 sul palco di piazza Ganganelli porteranno il loro saluto il vicepresidente vicario di Cia Romagna Lorenzo Falcioni, il presidente di Cia Romagna Danilo Misirocchi, il dirigente di Cia Emilia-Romagna Antenore Cervi (nipote di uno dei sette fratelli partigiani) e la sindaca Alice Parma.

Come ogni anno la piazza principale di Santarcangelo sarà il cuore della manifestazione, ospitando sin dal mattino il mercato agricolo “I sapori della nostra terra” con gli stand dei produttori locali, ciambella e vino per tutti, animazione per i più piccoli e giochi con il ludobus Scombussolo. L’atmosfera gioiosa di una festa campestre sarà ricreata dalla musica classic-folk romagnola del duo femminile Emisuréla, con il violino e la fisarmonica delle sorelle faentine Anna e Angela De Leo.

A pranzo, dalle 13, si potrà mangiare sulle panche e le tavolate in piazza portandosi la propria “ligaza” (fatta magari con i prodotti acquistati al momento al mercatino agricolo), per poi proseguire ancora in musica.

Viticoltura tra problematiche e prospettive future

Flavescenza dorata: le proposte di Cia e le opportunità della ricerca

Molto partecipata la serata organizzata da Cia Romagna il 13 aprile a Lugo (Ra), dedicata alla viticoltura. Il presidente di Cia Romagna Danilo Misirocchi e Stefano Folli, presidente del Consiglio Territoriale di Cia Romagna della zona Bassa Romagna, hanno messo in evidenza la vocazione vitivinicola del territorio e le sfide in essere. Gli interventi successivi hanno approfondito le problematiche legate alla presenza della flavescenza dorata, ma anche le prospettive future se guidatida scienza e ricerca in un lavoro che può essere solo di squadra. Con una consapevolezza: la riduzione importante di fitofarmaci può realizzarsi con la costituzione di varietà più resistenti a fitopatologie e cambiamenti climatici, con meno necessità in termini di acqua, fertilizzanti e fitofarmaci. Niente di diverso da quello che si è fatto per secoli, perché quello che si coltiva è il risultato della selezione umana, ma con strumentazioni e metodi di ricerca innovativi e all’avanguardia. Ricerca, sperimentazione e innovazione genetica (non si tratta di Ogm) sono la strada per garantire la produzione in un’ottica di “sostenibilità completa”: ambientale, sociale, umana ed economica.

L’attenzione di Cia sull’andamento della flavescenza dorata è stata sempre elevata e lo ha messo in evidenza anche Alberto Notari, vicepresidente di Cia Emilia-Romagna, a conclusione dei lavori. L’azione sindacale svolta a tutti i livelli dell’Organizzazione ha portato, nel settembre 2022, all’istituzione di una cabina di regia regionale per la grave situazione che interessa numerose imprese in Emilia-Romagna. Le richieste di Cia alle istituzioni riguardano l’aspetto normativo, quello delle molecole e quello economico. Sul piano normativo si è raggiunto un aumento delle tempistiche dei diritti di reimpianto a 6 anni e una riduzione dell’impegno Ocm da 10 a 5 anni. Dal punto di vista scientifico il Masaf, su spinta della associazioni di categoria, ha chiesto al Ministero della Salute di poter impiegare, in via del tutto eccezionale, alcune molecole non più utilizzabili (Clorpirofos e Thiamethoxan) uniche ad aver effetto sullo Scafoideo che è il vettore della malattia. La risposta però non è ad oggi pervenuta. La Legge finanziaria 2023 ha previsto un fondo di 1,5 milioni di euro per il 2023 e 2 milioni di euro per il 2024 a ristoro delle imprese agricole colpite da flavescenza dorata della vite. Inoltre, data la gravità della situazione è stato richiesto ad enti pubblici e privati di intervenire anche sulle viti americane presenti su aree non agricole.

Per contrastare la grave malattia sono fondamentali l’informazione e la sensibilizzazione dei produttori e non solo; conoscerne e riconoscerne i sintomi; mettere in pratica le indicazioni per la lotta obbligatoria, compreso l’estirpo immediato delle piante infette; “fare le cose assieme”: pena la scomparsa dei vigneti con tutto quello che ne conseguirebbe per le aziende agricole, la filiera e l’indotto, per un comparto che rappresenta uno dei petali importanti del fiore all’occhiello agroalimentare del made in Italy.

Di questo hanno parlato Daniele Rossi, responsabile agronomico Cantina dei Colli RomagnoliTerre Cevico e Alberto Notari. Marco Nannetti, presidente di Terre Cevico, ha illustrato il nuovo consorzio Vitires (di cui è presidente). Misirocchi ha sottolineato l’apprezzamento di Cia per questo consorzio che unisce diverse componenti del mondo cooperativo per un interesse comunela ricerca – e rappresenta il 70% della produzione regionale e l’11% di quella nazionale.

Giovanni Nigro, responsabile filiera vitivinicola di Ri.Nova, braccio operativo di Vitires, ha presentato il percorso scientifico e tecnico del prezioso lavoro sulla ricerca di nuove varietà tolleranti a diverse patologie e criticità ambientali che a breve potranno essere coltivate in Emilia-Romagna. I risultati sono ottimi. “Questo comporterà la possibilità di avere un’ulteriore riduzione dell’impatto ambientale nella coltivazione della vite – precisa il presidente Misirocchi – confermando quanto sostiene da tempo Cia, ovvero che verso un futuro green si arriva passando dalla scienza”.

Stefano Francia con il sottosegretario D’Eramo in visita in alcune aziende romagnole

Presente anche Mirko Tacconi, responsabile Caa di Cia Romagna

“Gelate, occorrono strumenti di gestione del rischio che oggi sono sempre più integrati, anche se sulla parte passiva  (polizze assicurative) serve una maggiore integrazione”. È quanto ha rimarcato il presidente di Cia- Agricoltori Italiani dell’Emilia-Romagna, Stefano Francia, nel corso di un incontro con il sottosegretario di Stato al Ministero dell’’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste  Luigi D’Eramo in visita ad alcune realtà produttive della Romagna.

Francia, assieme ai rappresentanti delle istituzioni, nei giorni scorsi ha accompagnato D’Eramo in visita ad alcune realtà romagnole, tra cui l’azienda Fratelli Villa di Villafranca, un punto di riferimento del settore ortofrutticolo con 70 ettari di coltivazioni, da sempre specializzata nella produzione e commercializzazione all’ingrosso di frutta nella provincia di Forlì. In rappresentanza di Cia Romagna era presente Mirko Tacconi, responsabile del Centro assistenza agricola (Caa) della Cia della Romagna.

“Siccità e gelate primaverili stanno mettendo in seria difficoltà l’azienda e tante altre del comprensorio – ha segnalato Francia al Sottosegretario – e gli agricoltori hanno lamentato da più parti la pesante situazione. La Legge 102 che interviene sulle calamità naturali – ha aggiunto Francia – va inquadrata come paracadute che, per quanto piccolo, permette alle aziende di continuare l’attività imprenditoriale”.

Le recenti gelate tardive del 5 e 6 aprile hanno provocato anche in Romagna pesanti danni. Molte aziende, seppure a macchia di leopardo, si trovano a fare i conti con un fenomeno di portata così impattante per il terzo anno su quattro. Gli uffici di Cia Romagna stanno prendendo in carico le segnalazione danni che gli agricoltori hanno avuto e ricordano ai soci che non l’avessero ancora fatto di contattare il proprio ufficio di riferimento. “La segnalazione – spiega Tacconi – è presupposto per la possibilità di avere eventuali risarcimenti su questo evento catastrofale attraverso il nuovo fondo Agricat”.

Cia 17 aprile 2023 – visita all’azienda F.lli Villa – Fo
Cia 17 aprile 2023 – Francia incontra il sottosegretario D’Eramo – Fo

Agricoltura alle prese di nuovo con le gelate notturne

Nel ravennate in Bassa Romagna le temperature più basse: fino a – 6°C nella notte fra il 5 e il 6 aprile a Bagnacavallo e Conselice. Nell’area di Ravenna fino a -4°C; nel faentino e colline da -2°C a -4°C; nel forlivese fino a -3,5°C. Tanta la preoccupazione per le prossime notti con previsioni ancora sotto lo zero

Dopo la grandinata di domenica 2 aprile che in Romagna ha colpito in modo importante soprattutto il ravennate e in particolare Massa Lombarda, Sant’Agata sul Santerno, Cotignola e Lugo siamo alle prese, di nuovo, con le gelate notturne. Il cambiamento climatico produce i suoi effetti. Rispetto al periodo stagionale in cui siamo l’anomalia della grandinata riguarda la sua intensità e la sua durata. Venendo alle gelate, la notte fra il 5 e il 6 aprile è stata caratterizzata da temperature molto sotto lo zero fino anche a -6°C. Seriamente preoccupato per le aziende e gli agricoltori Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna: “Con il rilevamento dei danni in corso la sensazione è che gli effetti di queste gelate siano ancora più devastanti di quelle del 2020 e del 2021. Vedere così tanti fiori, frutticini e germogli bruciati è un segnale inquietante  – afferma Misirocchi – Si tratta comunque del terzo anno su quattro caratterizzato da un fenomeno di portata così impattante. Specialmente in alcune zone della Bassa Romagna, del faentino, in parte del ravennate e del forlivese ci sono stati danni importanti. Si tratta di un’altra batosta per un settore che, come gli altri, sta facendo i conti con l’inflazione, la crisi energetica, le difficoltà legate alle tensioni dei mercati internazionali per un’agricoltura che produce molto per l’esportazione”. Il presidente Misirocchi sottolinea poi che la situazione è ancora più complicata “perché a tutti gli effetti è più difficile assicurarsi in quanto le Compagnie stanno disinvestendo, mentre la copertura del rischio è un elemento importante per qualsiasi attività economica”. In merito ai sistemi di difesa attiva – antibrina, ventole, bruciatori – alcuni risultati ci sono stati e Cia Romagna esprime apprezzamento per gli sforzi della Regione Emilia-Romagna che attraverso i bandi per questo tipo di intervento cerca di venire incontro al settore. “Sono sistemi che si stanno diffondendo e questo è positivo. Si tratta però di una strada complicata e costosa e ci sono diverse criticità ancora da risolvere”, precisa Misirocchi. Alcuni andamenti nelle varie zone della Romagna Zona Ravenna – Temperature sotto zero già dalle 22 del 5 aprile: dai – 2 ai – 3 per i territori di Russi e San Pietro in Vincoli; zona di Mezzano – 4. Zona faentino e colline – fino a -4°C. Verso la collina sia a Faenza sia a Riolo Terme si segnalano danni verso il fondovalle, mentre nelle parti più alte il termometro non è andato sotto lo zero. Così nel casolano: danni probabili nelle parti basse dove si è arrivati a – 2°C. Zona Bassa Romagna – A Bagnacavallo sono state segnalate zone fino a -6°C con danno totale. Colpite dal gelo anche Cotignola e Barbiano da -2°C a -4°C con danni al momento stimabili fra il 30 e il 50%, ma si potrà avere una valutazione più precisa nelle prossime ore. Area San Bernardino circa -3,5°C, con danni sui vigneti. Nell’area di Voltana temperature fra -2°C e -3°C. Area Alfonsine -3.5°C con una perdita approssimativa per i vigneti intorno al 30%. Area Conselice -6°C. Zona Forlì – Le temperature minime sono state tra -3°C e -3,5°C. È in corso la valutazione dei danni: nei frutteti con protezione i danni al momento sembrano minimi, in quelli senza protezione probabilmente sono ingenti. Sono in corso le verifiche e solo nei prossimi giorni si avranno dati più certi.

Allevamento avicolo a Maiolo, questione da affrontare senza posizioni ideologiche

Cia Romagna e Confagricoltura valutano positivamente il progetto approvato dagli enti competenti, che riqualificherà un sito degradato, contribuirà a mantenere vive le attività agricole nelle aree interne e potrà avere ricadute positive sull’indotto

Il 15 marzo 2023 le associazioni di categoria degli agricoltori del territorio hanno incontrato il sindaco di Maiolo (RN), Marcello Fattori, per approfondire il progetto dell’allevamento avicolo in località Cavallara.

Erano presenti per Cia-Agricoltori italiani Romagna il presidente Danilo Misirocchi, il vicepresidente Lorenzo Falcioni e la direttrice Alessia Buccheri. Per Confagricoltura, il presidente dell’organizzazione Carlo Carli, il presidente della Sezione avicola Massimiliano Conti e il segretario della Circoscrizione di Rimini, Moreno Polidori.

Dopo un sopralluogo sul sito dell’insediamento zootecnico, le associazioni hanno potuto esaminare il progetto nel dettaglio.

“Come associazioni di rappresentanza del mondo agricolo, da sempre sosteniamo la necessità di mantenere vive le attività del comparto nelle aree interne, per supportarne l’economia, conservare i servizi, contrastare lo spopolamento e contribuire alla tutela del territorio – affermano Misirocchi e Carli -. Valutiamo perciò positivamente il progetto del nuovo allevamento avicolo biologico, che ha avuto tutte le autorizzazioni necessarie dagli enti competenti. Ricordiamo che lo stesso sito fino al 2009 ospitava un insediamento zootecnico di ben altro impatto urbanistico e con capacità produttive decisamente maggiori, fino a 3 milioni di capi all’anno. Ora quel sito abbandonato e degradato potrà essere riqualificato”.

L’attività di allevamento avicolo oggi si svolge con tecnologie avanzate e sostenibili, sottolineano le associazioni. “Le strutture saranno più basse di quelle del passato, saranno schermate da alberature e ospiteranno una densità minore di capi. Inoltre vi saranno sistemi di riutilizzo delle acque di raffrescamento e di smaltimento della pollina per la fertirrigazione”.

Viene valutata positivamente anche la ricaduta sull’indotto. “Per l’alimentazione degli animali si aprono opportunità di filiera interessanti per gli agricoltori del territorio, che potranno fornire materie prime di qualità”.

Le associazioni agricole invitano a non affrontare la questione in maniera ideologica. “Ci sembra, in conclusione, che chi si oppone al progetto voglia mettere freni a un’attività economica basandosi esclusivamente su preconcetti, e non su criteri razionali”.

Manodopera/Chi viene in Italia per lavorare è un’opportunità – Le proposte di Cia Romagna

Cia Romagna chiede di ridurre la burocrazia e norme applicabili e sostenibili che aiutino l’inserimento delle persone e l’impresaLe proposte

La reperibilità della manodopera in agricoltura è, e sarà, ancora un problema importante e sempre più sentito: alcune aziende stanno rinunciando ad investimenti per mancanza di operai e di operai specializzati.

Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna, torna a parlare dell’argomento e sottolinea: “Riteniamo che i decreti flussi siano stati insufficienti e intempestivi. Cia esprime apprezzamento per l’uscita anticipata in questo periodo, però l’applicazione prevista dopo 60 giorni è di nuovo fuori tempo”.

Anche sull’incremento del numero di persone in carico alla gestione delle organizzazioni professionali Cia si esprime positivamente, ma precisa che sono comunque insufficienti. Inoltre, Cia ritiene che il click day non sia lo strumento giusto: “Un tema così importante come quello del lavoro non può essere abbinato a una “lotteria” – sostiene Misirocchi – Non ci sembra serio come metodo”.

L’argomento della manodopera in agricoltura è complicato e complesso. Le storie bisognerebbe conoscerle tutte. Le aziende, pur scontrandosi con norme disincentivanti e una burocrazia infinita, fanno anche più di quanto considerato necessario dalle normative per agevolare e aiutare i lavoratori affidabili nei loro percorsi di orientamento e inserimento.

Partendo dal presupposto che gli operai in agricoltura sono prevalentemente extracomunitari, Cia Romagna ha articolato una serie di proposte:

1) revisione delle normative sul lavoro, puntando oltre che sulla tempestività dei provvedimenti sulla semplificazione delle riconversioni senza limitare i flussi a un certo periodo di tempo perché in agricoltura la manodopera occorre tutto l’anno.

2) Serve un secondo livello di accoglienza, che accompagni il percorso del lavoratore verso l’autosufficienza, aiutandolo a superare i molti scalini normativi in parte contorti in parte contradditori fra i quali è difficile districarsi.

3) Andrebbe semplificato e favorito il ricongiungimento familiare per tre motivi:

– umano, perché tutti tendiamo a voler stare con la nostra famiglia;

– economico, perché chi guadagna nel nostro territorio spende nel nostro territorio;

– per fidelizzare il lavoratore: chi si stabilisce con la famiglia è meno portato a spostarsi in altri Paesi d’Europa.

4) Formazione, né in capo al lavoratore né in capo all’azienda, ma pubblica. Il lavoratore non ha le disponibilità economiche necessarie quindi se ne fa carico l’azienda. Si stanno però verificando forme di sciacallaggio fra imprese per poter fare affidamento su operai già formati e l’impresa che ha investito per qualificare il lavoratore si trova pure senza. Ci sono risorse europee dedicate che non sempre vengono utilizzate al cento per cento e vanno restituite. Formazione non solo professionale ma anche linguistica, per le abilitazioni collegate ai corsi sulla sicurezza, all’uso delle macchine agricole, ai patentini fitosanitari; formazione sulla cultura del lavoro (organizzazione, struttura, responsabilità, diritti, doveri) per far conoscere il nostro approccio che è diverso da quello di chi arriva da altri continenti.

Tutto quanto sopra esposto presuppone di iniziare a distinguere fra chi viene in Italia per lavorare e chi no: “Chi viene per lavorare è un’opportunità perché noi abbiamo bisogno di lavoratori – conclude Misirocchi – Abbiamo bisogno di farli lavorare in maniera dignitosa, occorre semplificare l’abnormità di burocrazia e gli innumerevoli adempimenti e servono norme, applicabili e sostenibili, che aiutino l’inserimento di queste persone e l’impresa”.

Guarda anche il servizio TV della trasmissione “A cielo aperto”, puntata del 19 febbraio 2023. Clicca il seguente link https://www.youtube.com/watch?v=DUQIF_ASnp4&t=3s

Credito: tra criticità e nuove opportunità

Cia Romagna organizza mercoledì 15 febbraio alle ore 20.30 nella sala riunioni della sede centrale di Cesena (Via Rasi e Spinelli 160) l’incontro informativo sul tema: “Credito: tra criticità e nuove opportunità”. L’appuntamento può essere seguito anche in videoconferenza sulla piattaforma Meet al seguente link: meet.google.com/vaa-stpn-xdr

Sono previsti gli interventi di:
Gabriele CristoforiPresidente AgrifidiUno Emilia-Romagna
Marco MarzariDirettore AgrifidiUno Emilia-Romagna
Marco PaoliniResponsabile area credito Cia Romagna

Presiede i lavori Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna.

“La Cia incontra gli associati”: tutte le date

Fra gli argomenti principali la presentazione della nuova Pac

Il ciclo di assemblee territoriali “La Cia incontra gli associati”, organizzato da Cia Agricoltori Italiani Romagna, riprende in presenza dal 9 gennaio 2023. 12 gli appuntamenti che attraversano la Romagna da Riolo Terme a Novafeltria, passando per la bassa Romagna, il ravennate, il forlivese, il cesenate e il riminese. Sarà l’occasione per fare il punto sull’attività dell’Organizzazione e sui principali temi di attualità. Fra gli argomenti principali la presentazione della nuova Pac 2023-2027.

L’obiettivo di Cia Romagna, anche con l’appuntamento “La Cia incontra gli associati”, è quello di essere coi soci e vicino ai soci nel quotidiano, coi servizi erogati alle imprese e alle persone. Con questi incontri, partendo da ciò che l’imprenditore agricolo vive ogni giorno, lo scopo è quello di stimolare il confronto e condividere impegni e tematiche che Cia Romagna porta ai vari tavoli di discussione e confronto istituzionali. Le sfide in essere sono tante, difficili, e l’impegno non deve mancare per reagire alle crisi che stiamo attraversando.

IL CALENDARIO

lunedì 9 gennaio, Riolo Terme sala Polivalente “Sante Ghinassi” – Via Giuseppe Verdi, 5, ore 20.30

martedì 10 gennaio Lugo La Rosa dei Venti – Via Fiumazzo, 161, ore 18.00

mercoledì 11 gennaio Ravenna sala Nullo Baldini – Via Faentina, 106, ore 15.00

venerdì 13 gennaio Cesena sala Cia Romagna – Via Rasi e Spinelli, 160, ore 15.00

lunedì 16 gennaio Faenza sala BCC – “Giovanni Dalle Fabbriche” via Antonio Laghi, 81, ore 20.30

martedì 17 gennaio S. Pietro in Vincoli sala Delegazione – Via Giuseppe Pistocchi, 41, ore 20.30

mercoledì 18 gennaio Coriano Teatro Corte – sala Isotta – Via Giuseppe Garibaldi, 127 – P.tta Salvoni, ore 15.00

mercoledì 18 gennaio Savignano Comune di Savignano – sala Galeffi – P.zza B. Borghesi, 8, ore 20.30

lunedì 23 gennaio Santarcangelo sala Biblioteca Comunale Antonio Baldini – Via Pascoli, 3, ore 15.00

lunedì 23 gennaio Novafeltria sala “RIDOTTO” Teatro Sociale – Via Giuseppe Mazzini n. 69, ore 20.30. (RINVIATA per maltempo e neve. SI RECUPERA l’1 febbraio alle ore alle 15, stesso luogo)

mercoledì 25 gennaio Forlì sala Apofruit – Via Galvani, 6, ore 16.00

lunedì 30 gennaio S. Piero in Bagno sala Comunale – P.zza Martiri, 1, ore 20.30

mercoledì 1 febbraio Novafeltria sala “RIDOTTO” Teatro Sociale – Via Giuseppe Mazzini n. 69, ore 15.00. (RECUPERO della data annullata per neve il 23 gennaio)

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